UNDER 17, HAPPY-FAENZA 40-42

Allora, io su questa finale delle Under 17 ho solo due certezze. Il resto è fuffa, opinioni, emozioni e sentimenti. Parzialità, in un senso o nell’altro, che dipendono da punti di vista vicini, ma a volte anche lontani e opposti. Le certezze però no. Quelle rimangono scolpite nel marmo, indubitabili assiomi sui quali basare le considerazioni future. In una parola “CERTEZZE”. Appunto…

Ecco, le mie CERTEZZE sono due:

1)      Non siamo arrabbiati per com’è andata. Non siamo ‘rammaricati’, ‘dispiaciuti’ o ‘amareggiati’. No no, siamo proprio INCAZZATI. A bestia. Tantissimo.

2)      Abbiamo perso giocando male, con un’occasione folgorante per vincere nell’ultimo minuto. Ma abbiamo perso. Ecco, che nessuno si azzardi a prendere ad esempio la sconfitta per giudicare malamente l’annata. Che nessuno, NESSUNO, tenti di marchiare a fuoco col sigillo del “no” mesi e mesi di lavoro e crescita, di vittorie (tantissime) e allenamenti di grande livello. Che NESSUNO giudichi negativamente l’annata solo perché Serena Soglia ha messo quel tiro a 7 secondi dalla fine.

E la partita?

Gara strana, quella con la Scuola Basket Faenza. Gara aspra, combattuta e giocata non al massimo delle nostre possibilità. Sempre sotto, dal 9-11 del primo quarto al 19-21 di metà partita nonostante un paio di bombe di Ilaria. Mai di tanto, ma sempre sotto. Sbagliando tantissimo in area. Difendendo con buona applicazione, ma sbagliando tanto dall’altra parte del campo. Serena Soglia è stata un fattore decisivo, inutile negarlo.

Di ritorno dagli spogliatoi, nel terzo quarto, il margine per le ospiti aumenta. Al 25’ siamo sotto di 8 (21-29), al 28’ addirittura di 10 (23-33). Sofferenza allo stato puro, eppure la luce in fondo al tunnel sembra sempre esserci. A 4 minuti dalla fine Faenza è ancora sopra in maniera consistente (32-39) poi ecco il break delle nostre ragazze. Tre punti di Cristina, due di Greta. A 1 minuto e 9 secondi dalla fine, canestro e libero aggiuntivo di Virginia. 40-39 per noi, emozioni alle stelle. Brividi, pur con gli 8000 gradi della Carim. A 33 secondi dalla sirena, 1/2 ai liberi di Frassineti per il 40 pari. Noi, dall’altra parte, non troviamo punti. Faenza, dopo la rimessa a metà campo, sì. Soglia segna dal gomito per il +2 (40-42). Dopo il time-out e la rimessa a metà campo, non segniamo. Vince Faenza.

Io non ho tutte le risposte, so solo che ci dispiace tantissimo.

TANTISSIMO

HAPPY BASKET RIMINI – SCUOLA BASKET FAENZA 40-42

HAPPY: Rocchi 2, Fattori 4, Tosi 9, Bacchini 5, Bonvicini 2, Pandolfi, Muggioli 10, Galli 8, Sarti, Girelli, Palmisani. All.: Nieddu.

FAENZA: Bornazzini 4, Samoré, Vita, Piraccini 4, Zama, Frassineti 3, Bennoli 5, Guerrini 4, Cantoni, Soglia 22. All.: Bassi.

Parziali: 9-11, 19-21, 28-35.

 

Passiamo ai giudizi individuali. Leggeteli, se avete voglia. Altrimenti passate oltre. Quel che mi premeva fare, come con l’Under 13, è uno speciale ringraziamento al coach. In quel caso Erika, in questo caso Francesco. Un allenatore fantastico, fidatevi di me. Ne ho visti abbastanza in palestra per poter avere un criterio di valutazione obiettivo e corretto. Con questo gruppo ha fatto un lavoro straordinario. Incredibile. Vorrei spendere più parole, ma lo farò in un capitolo a parte più avanti.

Ora le ragazze…

ILARIA – Capitano simbolicamente perfetto, lo spirito di questa Under 17 in te c’è tutto. Ne sei stata la spina dorsale, ricordalo sempre. E ricorda anche, se mai te ne dovessi dimenticare per qualche attimo, che per te vale all’ennesima potenza quanto abbiam detto per la squadra. La tua crescita non si cancella con un colpo di spugna, non si lava via dopo 40 minuti di un’afosa e caldissima domenica pomeriggio. La tua crescita ti ha portato a essere protagonista in C e leader con l’Under 17. C’è ancora tanto basket, Capitano.

VIRGINIA – Hai corso. Poi hai corso. Poi hai ancora corso. Poi, un’ora dopo la partita, col rinfresco fuori dalla Carim, stavi ancora correndo. Ci hai regalato un brivido con quel gioco da tre punti. Ci hai permesso di sognare. È durato poco, ma quel canestro con libero supplementare ha cambiato il vento. Vola Virginia, vola. Manca solo un po’ di controllo, ma il motore c’è. E va ai mille all’ora.

MARIA – Se mi dovessero chiedere “Chi è l’anima di questa squadra?”, io risponderei subito “Mary”. Bel canestrino in finale, errori da sotto come le altre, ma il resto è oro. ORO! Quando sei in campo dai tutto. Quando sei richiamata in panchina, anche se magari non gradisci la decisione e non la condividi, ci metti un nanosecondo a urlare per le tue compagne e a incitarle. Non credere che non abbiamo notato la tua reazione nello spogliatoio. Lacrimuccia… Ti è dispiaciuto un casino. Anche a noi…

FEDERICA – Hai segnato in momenti decisamente importanti. Hai messo 2 liberi su 2 con mano ferma e controllo dei nervi. Serve solo più convinzione… Guarda più il canestro, alza un po’ più quella parabola e il gioco è fatto. Basta poco Fede, credimi… Basta molto poco…

CLAUDIA – Partenza mano sinistra, palleggio-arresto-tiro, rimbalzi. Meglio, sempre meglio. Poi c’è questa finale in cui, per problemi di falli, non sei riuscita a giocare come volevi. Ne avevi una gran voglia, in semifinale hai dominato e in finale volevi fare lo stesso. Non è successo, peccato. A volte, non sempre ma qualche volta sì, vale quello che diceva Phil Jackson a Michael Jordan: “Stop chasing the game, let the game come to you”… E al di là di tutte le massime del mondo, ti assicuro che quando tu segni da fuori la retina fa un rumore diverso…

CRISTINA – Finale senza paura, semifinale anche. Gran qualità questa, come pure l’aver migliorato percentualmente le volte in cui fai la scelta giusta. Qualche volta, come ben sai, si potrebbe pure andare a sinistra, ma in quello confido che migliorerai. Il resto, che è tanto, l’hai messo al servizio della squadra. Sei recuperi in finale: vuol dire che mentalmente c’eri! Hai dato inizio alla rimonta. A tre minuti dalla fine eravamo 32-39, poi hai segnato tu e si è riaccesa la luce. Non è bastato, peccato.

ERIKA – Tu puoi crederci o no, ma un allenatore non è mai contento se lascia fuori qualcuno. Lo dico io, ma sono sicuro di interpretare anche il pensiero di Francesco. Questo però non cancella l’anno. Hai giocato poco, è vero, ma devi guardarti dentro e indietro. Devi pensare ai mesi scorsi, al fatto che in campo ci puoi stare e a quel tirino che fa ciuff. Devi pensare a quel “6-7-8” con un sorriso. Vorrà forse dire poco, ma per me no. Per me vuol dire tanto. Per me vuol dire che sei pienamente una di noi, che hai lavorato con noi e che sei migliorata con noi…

ANNA – Sono sicuro che il fatto di essere più piccola d’età rispetto a tutte le altre ragazze di questo campionato non ti sfiori neanche il cervello. Questa è una grossa qualità: quando sei in campo pensi a giocare e basta. Giusto. Hai spirito competitivo e tanta, tantissima intelligenza per il gioco. Sai qual è l’unica cosa che devi realmente capire? La differenza tra quello che in campo si POTREBBE fare e quello che si DEVE fare. Difficile, complicato, ma lo capirai… Prima delle finali Under 15 non sei stata benissimo, eppure hai combattuto. Anche in questa finale Under 17 hai combattuto, guerriera. Il passato conta zero, in questo momento. Il segreto è giocare-giocare-giocare. Hai avuto sfortune cosmiche a livello di infortuni negli anni passati e questa volta è andata un po’ meglio da quel punto di vista. Andrà sempre meglio… L’importante è non perdere mai l’Amore per il gioco. L’Amore per il basket. Quello con la A maiuscola, come Anna.

ALESSANDRA – Sei stata ferma tantissimo durante l’anno, eppure il tuo contributo di intelligenza l’hai dato. Testa sveglia, mani rapide per capire dove va la palla. Sempre ancorata alla realtà. Pochi errori, pochissimi. Il rimpianto è solo quello di non aver potuto esprimersi al 100% per quei maledetti problemi fisici. Però sei giovane…

ELENA – Peccato per quella caviglia e per una settimana passata tra dubbi e incertezze. Peccato aver perso, perché vederti col sorrisone è molto diverso dal vederti col broncio. Ti sei mai chiesta perché inizi le partite? Sei in quintetto nell’Under 17, secondo me qualcosa vorrà dire… O no? L’ulteriore passo è FINIRE le partite, essere in campo nei momenti clou. Assieme ai miglioramenti tecnici, che si costruiscono con costanza in palestra, è lì che sta il passo più grande. Nel dire “Ehi tu che mi sei davanti e mi stai marcando, adesso ti batto e vediamo se mi stai dietro!”… Ciao giornalista

GRETA – Sei stata fuori a inizio anno, poi ti sei ripresa la TUA squadra. Prima piano, poi in maniera vorticosa. Sempre incidendo alla grandissima. Sempre con una voglia matta di entrare e travolgere tutto e tutti. Arrivando fino in fondo. Non disperarti se il tiro da fuori, qualche volta, non entra. È una questione di lavoro. Migliorerai anche lì. Il resto però è già parecchio. So che quella coppa del secondo posto non ti piace. Non piace a nessuno, ma è comunque un segnale di dove siamo arrivati. Non perdere il sorriso, Greta. Non perderlo mai…

SALVATE IL SOLDATO UNDER 17

LZ

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *